Ieri ho comprato le fave nonostante non le ami
particolarmente. In realtà detesto quelle secche ma siccome queste erano
fresche e di stagione dopo anni di astinenza, ho deciso di provare..
Da poco leggendo La stampa ho scoperto che le fave, originarie dell’Africa settentrionale e della Cina, erano usate come alimento da Egizi, Greci e Romani: tra questi ultimi, soprattutto, ebbero un grande successo mangiate anche crude insieme al baccello. Si dice che i Fabi, una delle famiglie più importanti della storia di Roma, presero il nome proprio dalla fava. Nel corso dei secoli, però, l’importanza delle fave venne soppiantata dall’arrivo del più versatile fagiolo e con il declino divenne uno dei cibi dei poveri. In Grecia venivano usate in politica nelle votazioni, per confermare un eventuale progetto di legge: le fave, quelle bianche indicavano consenso positivo, quelle nere negativo. E pensare che Pitagora proibiva ai suoi discepoli di mangiare le fave perché reputava che le macchie nere presenti nei loro fiori fossero un simbolo infernale; al contrario Aristotele ne decantava le virtù.
Da poco leggendo La stampa ho scoperto che le fave, originarie dell’Africa settentrionale e della Cina, erano usate come alimento da Egizi, Greci e Romani: tra questi ultimi, soprattutto, ebbero un grande successo mangiate anche crude insieme al baccello. Si dice che i Fabi, una delle famiglie più importanti della storia di Roma, presero il nome proprio dalla fava. Nel corso dei secoli, però, l’importanza delle fave venne soppiantata dall’arrivo del più versatile fagiolo e con il declino divenne uno dei cibi dei poveri. In Grecia venivano usate in politica nelle votazioni, per confermare un eventuale progetto di legge: le fave, quelle bianche indicavano consenso positivo, quelle nere negativo. E pensare che Pitagora proibiva ai suoi discepoli di mangiare le fave perché reputava che le macchie nere presenti nei loro fiori fossero un simbolo infernale; al contrario Aristotele ne decantava le virtù.
Ricordo che quando ero piccola mia madre mi proponeva sempre
un passato di fave secche che aveva un colore beige veramente poco invitante e ,con
la scusa che facevano bene allo stomaco, insisteva veramente troppo per farmele
mangiare.
Così una volta cresciuta mi sono detta mai più fave, ma come si dice “Mai
dire mai”.
Ieri al mercato ho visto che dentro al baccello i frutti avevano un bel colore verde chiaro
e ho pensato che avevo in frigo un pezzo di pecorino da finire..Però fave e
pecorino era davvero scontato come abbinamento così ho deciso di aggiungere le
mandorle. In dispensa ne avevo un pacchetto con la pelle, lì per lì non ci ho
pensato e ho frullato fave cotte, pecorino, mandorle e un po’ di acqua di
cottura della pasta con il frullatore ad immersione. Ma per quanto continuassi a frullare il composto non era mai completamente fluido quando assaggiavo perchè la pelle delle mandorle non si disfava del tutto. Secondo me il
problema si può tranquillamente risolvere comprando le mandorle senza pelle e
magari aggiungendo un filo d’olio evo, che io non ho aggiunto per non far lievitare
troppo le calorie. Il gusto, invece, era buonissimo.
Ingredienti per 3 persone
500 gr di fave con il baccello (pulite ne saranno rimaste 200 gr? Perchè
nella fretta mi sono scordata di pesarle J)
250 gr di spaghetti
100 gr di pecorino
100 ml di latte circa
20 gr di mandorle spelate (mi raccomando)
Sale
Preparazione
Pulire le fave eliminando il baccello e il pistillo che le
tiene attaccate allo stesso perché dà un gusto amarognolo e sciacquarle in
acqua. Mettere a bollire l’acqua per la pasta. Quando bolle buttate le fave.
Dopo 4 minuti scolatene metà e buttate gli spaghetti. In un pentolino far
sciogliere il pecorino con il latte. Poi nel mixer ad immersione frullare le
fave il pecorino sciolto e le mandorle, unendo 3 cucchiai di cottura della
pasta. Quando la pasta è cotta scolare, condire con la crema e aggiungere le
restanti fave e qualche mandorla per decorazione.
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