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sabato 18 maggio 2013

Polpettine di pesce spada e zucchine


Il pesce spada è un alimento ricco di qualità nutritive contiene molte proteine e pochi grassi (121 kcal per 100 gr) ed è ricco di vitamina B 12, fosforo e selenio.
Il suo problema è che essendo un pesce grande a volte è anche ricco di mercurio che non fa propriamente bene ma, avendo un’alimentazione varia e mangiandone a piccole porzioni, si spera non incida troppo.
Il  trancio di pesce spada crudo deve presentarsi roseo e non giallo e toccandolo non deve rimanere l’impronta del dito, inoltre è sempre meglio comprarlo quando è presentato con la testa perché a volte vi sono in commercio pesci che vengono spacciati come pesce spada che in realtà non lo sono.
Tornando a noi navigando sul web ho studiato questa ricetta perché volevo qualcosa di leggero , non fritto, che contenesse verdure e fosse gustoso senza avere troppe calorie e il risultato è questo.



Ingredienti per  12 polpettine

200 gr di pesce spada
150 gr di zucchine
100 gr circa di pan grattato
1 cucchiaio di capperi sott’aceto
La buccia grattugiata di mezzo limone
2 cucchiai di olio evo
Una spruzzatina di aglio in polvere
Sale

Preparazione

Accendere il forno a 180 gradi.
Tagliare le zucchine a strisciarelle sottilissime con la lama che nel mixer serve per grattugiare le carote e farle cuocere 5 minuti con un cucchiaio di olio, uno di acqua, una spruzzatina di aglio e sale.
Tagliare con il coltello il pesce spada a dadini e mettere nel mixer il pesce con i capperi, le zucchine e 50 gr circa di pan grattato. Frullare fino a che il composto non diventa ben amalgamato. Poi aprire formare delle
palline passarle nel pangrattato rimasto e disporle su una teglia da forno. Infine, irrorarle con un filo di olio e cuocerle per 15 minuti.

venerdì 17 maggio 2013

Vellutata di piselli con Philadelphia e rapanelli


A volte capita di sentirti giù e di non avere voglia di cucinare, infatti ieri sera ero a corto d’idee così mi sono buttata su un grande classico anche perché i piselli che avevo in frigo stavano andando a male.
Il passato di piselli andrebbe fatto con la panna, ma io ho provato a farlo con il Philadelphia light e il gusto è ottimo. L’idea dei rapanelli forse non a tutti piacerà, ma il contrasto di sapore e di colore ha un suo perché. Ovviamente non li ho cotti e li ho usati solo come decorazione.



Ingredienti per 2 persone

Un kilo di piselli con il baccello (400 gr circa senza)
3 bicchieri di acqua o di brodo
3 cucchiai di Philadelphia light
Mezza cipolla
2 rapanelli
1 cucchiaio di olio evo

Preparazione

Pulire i piselli togliendoli dai baccelli e sciacquandoli in acqua. Nella pentola a pressione far soffriggere la cipolla a pezzetti piccoli, aggiungendo mezzo cucchiaio di acqua, prima che frigga, per non farla bruciare. Poi buttare i piselli e aggiungere l’acqua e far cuocere per 10- 15 minuti dal sibilo. Una volta cotti, far uscire il vapore dalla pentola muovendo con calma la valvola, aprire la pentola, aggiungere il philadelphia e frullare, se si vuole, direttamente nella pentola. Lavare i rapanelli e usarli per decorare.

giovedì 16 maggio 2013

Polpo al pomodoro con cous cous e peperoni


Sabato sera avevo gente a cena. Abbiamo concordato di vederci il giorno stesso e abbiamo deciso di andare a cena fuori. Poi ho aperto il frigo e mi sono ricordata che avevo comprato uno splendido polpo fresco da un kilo.
Così ho pensato che, essendo il polpo con il cous cous un piatto unico, cucinandolo avrei fatto bella figura e non avrei dovuto stare tutta la sera a cucinare.
Questo piatto l’ho mangiato per la prima volta a Torino in un ristorante in centro con vista su una splendida piazza. Era la sera del mio compleanno e io e mio marito eravamo seduti nel dehors in una calda sera d’estate, purtroppo ora hanno tolto la portata dal menù così quando ne ho voglia mi tocca cucinarmela a casa.
Anche il polpo mi ricorda la mia infanzia quando mio padre lo pescava facendo pesca subacquea all’Isola d’Elba.Una  volta pescò un polpo e decise di farmelo  vedere vivo, quindi se l’appoggiò sul polso e fu morso. In realtà il polpo ha una sorta di becco che in fase di pulitura va eliminato come le interiora che si trovano tutte nella testa. Se non avete voglia o tempo, potete comprare un polpo congelato o decongelato che è già pulito ed ottimo lo stesso.



Ingredienti per 4 persone

1 polpo da 1 kg
200 gr circa di cous cous precotto a grana media
1 peperone
1 spruzzata di aglio in polvere
400 ml circa di passata di pomodoro allungata con 2 bicchieri di acqua
3 cucchiai di olio evo
1 noce di burro

Preparazione

Lavate e pulite il polpo e il peperone. Versate l’olio e l’aglio nella pentola a pressione e fate soffriggere il polpo e il peperone per  5 minuti continuando a girare con un cucchiaio di legno. Poi aggiungete il passato di pomodoro con l’acqua facendo attenzione che il polpo ne sia completamente ricoperto, infine chiudete la pentola e cuocete per 30 minuti dal sibilo. Una volta cotto non aprite subito la pentola ma lasciatela raffreddare perché il polpo va fatto raffreddare nella sua acqua di cottura.
Per quanto riguarda il cous cous, vi consiglio di prepararlo pochi minuti prima di servire il piatto seguendo le istruzioni sulla confezione ma, invece di mettere acqua, usate il sugo di cottura del polpo un po’ allungato e mantecate con una noce di burro che, se anche aumenterà le calorie, lo renderà estremamente più gustoso.


mercoledì 15 maggio 2013

Tiramisù alle fragole


Ho capito, ho capito, non volete che vi tedi anche con  la storia del tiramisù, quindi vi dirò solo che se anche si pensa che sia nato a Siena nel 1600 con più probabilità è nato nel Veneto negli anni Sessanta.
Non amo i dolci al cucchiaio quindi fino a quest’anno non avevo mai preparato il tiramisù, però mi rendevo conto che lo ordinavo spesso al ristorante e quando me lo regalavano come dolce ero molto contenta, così ho deciso di prepararlo e ho chiesto ad un’esperta: mia cognata.
La sua ricetta è di quelle cremose con tanto mascarpone rispetto ai biscotti, anche se lei lo fa con il pan di spagna, ma io preferisco farlo con i classici Savoiardi. In più avendo una bimba piccola uso il caffè decaffeinato. In ultimo ,questa volta ho aggiunto l’ingrediente di stagione: le fragole.
Anche se si stenta a crederlo essendo un dolce che non va cotto è veramente velocissimo da preparare e piace quasi a tutti. Occhio solo che le uova siano fresche.



Ingredienti

300 gr di mascarpone
3 uova intere
3 cucchiai di zucchero
Savoiardi dipende dalla teglia e dalla marca ma circa una confezione io ne ho usati una ventina
Cacao amaro q.b.
Fragole q.b. ( io ne ho usate 250 gr)
1 caffettiera da 4 di caffè ( per savoiardi poco imbevuti)

Preparazione

Sbattete i tuorli con con lo zucchero e aggiungere piano piano il mascarpone. Mi raccomando usate le fruste elettriche altrimenti il mascarpone non si scioglie bene e rimane tutto a grumi (parlo per esperienza personale, perchè ho provato a farlo con il cucchiaio). Montate gli albumi a neve e incorporateli al composto muovendo un cucchiaio dal basso verso l'alto. Tagliate a fettine le fragole; mi raccomando non mettete né zucchero né limone sulle fragole perché qualsiasi sostanza le cuoce e le rende molli, se sono fresche resistono bene da sole, al naturale. Poi scegliete una teglia di ceramica o vetro un po’ alta sui lati (non come ho fatto io che, non trovando quella giusta, ne ho scelta una bassa e mi sono venuti solo 2 strati) ed iniziate a fare gli strati mettendo il caffè in un piatto e girandovi dentro i savoiardi senza bagnarli troppo. Se volete un dolce più cremoso mettete della crema anche sul  fondo alla teglia (e sostituite la metà del mascarpone con panna montata), in caso contrario iniziate con i savoiardi aggiungete la crema e sopra appoggiatevi le fragole. Nell’ultimo strato dopo aver appoggiato la crema, spolverizzare con il cacao e aggiungere un ultimo strato di fragole.
Tenete conto che le dosi date dipendono dagli strati che volete fare, le mie sono un po’ scarse perché di solito se ne fanno 3 strati e io ne ho fatti due..

martedì 14 maggio 2013

Spaghetti fave, pecorino e mandorle


Ieri ho comprato le fave nonostante non le ami particolarmente. In realtà detesto quelle secche ma siccome queste erano fresche e di stagione dopo anni di astinenza, ho deciso di provare..
Da poco leggendo La stampa ho scoperto che le fave, originarie dell’Africa settentrionale e della Cina, erano usate come alimento da Egizi, Greci e Romani: tra questi ultimi, soprattutto, ebbero un grande successo mangiate anche crude insieme al baccello. Si dice che i Fabi, una delle famiglie più importanti della storia di Roma, presero il nome proprio dalla fava. Nel corso dei secoli, però, l’importanza delle fave venne soppiantata dall’arrivo del più versatile fagiolo e con il declino divenne uno dei cibi dei poveri. In Grecia venivano usate in politica nelle votazioni, per confermare un eventuale progetto di legge: le fave, quelle bianche indicavano consenso positivo, quelle nere negativo. E pensare che Pitagora proibiva ai suoi discepoli di mangiare le fave perché reputava che le macchie nere presenti nei loro fiori fossero un simbolo infernale; al contrario Aristotele ne decantava le virtù. 
Ricordo che quando ero piccola mia madre mi proponeva sempre un passato di fave secche che aveva un colore beige veramente poco invitante e ,con la scusa che facevano bene allo stomaco, insisteva veramente troppo per farmele mangiare. 
Così una volta cresciuta mi sono detta mai più fave, ma come si dice “Mai dire mai”.
Ieri al mercato ho visto che dentro al baccello i frutti avevano un bel colore verde chiaro e ho pensato che avevo in frigo un pezzo di pecorino da finire..Però fave e pecorino era davvero scontato come abbinamento così ho deciso di aggiungere le mandorle. In dispensa ne avevo un pacchetto con la pelle, lì per lì non ci ho pensato e ho frullato fave cotte, pecorino, mandorle e un po’ di acqua di cottura della pasta con il frullatore ad immersione. Ma per quanto continuassi a frullare il composto non era mai completamente fluido quando assaggiavo perchè la pelle delle mandorle non si disfava del tutto. Secondo me il problema si può tranquillamente risolvere comprando le mandorle senza pelle e magari aggiungendo un filo d’olio evo, che io non ho aggiunto per non far lievitare troppo le calorie. Il gusto, invece, era buonissimo.



Ingredienti per 3 persone

500 gr di fave con il baccello (pulite ne saranno rimaste 200 gr? Perchè nella fretta mi sono scordata di pesarle J)
250 gr di spaghetti
100 gr di pecorino
100 ml di latte circa
20 gr di mandorle spelate (mi raccomando)
Sale

Preparazione

Pulire le fave eliminando il baccello e il pistillo che le tiene attaccate allo stesso perché dà un gusto amarognolo e sciacquarle in acqua. Mettere a bollire l’acqua per la pasta. Quando bolle buttate le fave. Dopo 4 minuti scolatene metà e buttate gli spaghetti. In un pentolino far sciogliere il pecorino con il latte. Poi nel mixer ad immersione frullare le fave il pecorino sciolto e le mandorle, unendo 3 cucchiai di cottura della pasta. Quando la pasta è cotta scolare, condire con la crema e aggiungere le restanti fave e qualche mandorla per decorazione.

lunedì 13 maggio 2013

Fiori di zucchina ripieni di mozzarella


Adoro le zucchine, le mangerei sempre fatte in tutti i modi e quando hanno i fiori freschi sono ancora più invitanti. Effettivamente i loro fiori fritti in padella sono un po’ grassi ma ogni tanto uno sgarro si può fare, l’importante è appoggiarli su uno scottex che assorba bene l’olio e soprattutto non mangiarne troppi.
Io li presento come antipasto ma, in realtà, a cena ho mangiato solo quelli e alla prova bilancia della mattina dopo non ho preso neanche un etto.
Ho sentito parte di questa ricetta a “La prova del cuoco” e allora ho deciso di provare questa variazione dei classici fiori di zucchina senza ripieno che faccio da una vita. Il cuoco li preparava in tempura (acqua frizzante  farina e qualcos' altro che non ricordo) ma io, di corsa come al solito, al momento di cucinarli ho inserito il pilota automatico e ho fatto la pastella classica con il latte.
Due parole sulla pastella: può essere fatta con l’acqua frizzante, con la birra o con il latte. Si lo so, la versione con il latte è quella meno light, ma ultimamente la mia dieta regge bene e avendo una bimba, che tra l’altro non li ha voluti neanche assaggiare, con la birra non ho voluto farli.



Ingredienti per un antipasto da 2 – 3 persone

10 fiori di zucchina
10 mozzarelline piccole
3-4 cucchiai di olio evo

Ingredienti per la pastella

100 gr di farina
100 ml circa di latte
1 uovo

Preparazione

Pulire i fiori di zucchina eliminando il pistillo. Lavare i fiori e farli asciugare su uno strofinaccio. Farcirli con la mozzarella e preparare la pastella mettendo in una boule la farina, il latte e l’uovo e sbattendoli con una frusta fino a che il composto non risulti denso e privo di grumi. Poi mettere sul fuoco una padella larga con 3-4 cucchiai di olio evo, passare i fiori ripieni nella pastella e adagiarli nell’olio bollente. Farli cuocere 4 o 5 minuti per lato fino a che non risultino croccanti. Appoggiarli su carta assorbente per eliminare l’ olio in eccesso e servire caldi.

domenica 12 maggio 2013

Torta all'arancia

Voi sapete da dove proviene l'arancia?
Io mi sono stupita delle sue origini indagando su Wilkipedia ... Anche questo made in Cina? Speriamo di no!
L'arancio è un albero da frutto il cui frutto è l'arancia. Essa è un antico incrocio, probabilmente fra il pomelo e il mandarino, ma da secoli cresce autonomamente.
Originario della Cina e dell' Asia sud orientale, questo tipico frutto invernale sarebbe stato importato in Europa solo nel quattordicesimo secolo da marinai portoghesi. Tuttavia alcuni libri dell'antica Roma ne parlano già nel primo secolo dicendo che coltivata in Sicilia dove veniva chiamata melarancia.

La mia famiglia adora  le ricette contenenti questo delizioso frutto quindi con la stagione delle arance ormai agli sgoccioli ho deciso di preparare questa torta un’ultima volta per voi.



Ingredienti

4 uova
200 gr di zucchero
250 gr di farina
Il succo di 2 arance ( circa 150 ml)
130 ml di olio di semi di girasole o 200 gr di burro
La scorza di una arancia
1 bustina di lievito
Confettura di arance per la farcia.

Preparazione

Montare le uova con lo zucchero. Aggiungere la farina e dopo averla incorporata tutta, versare l’olio e il succo d’arancia in cui si è sciolto il lievito.
Se volete farla con il burro, usate burro morbido e con le fruste montatelo con lo zucchero poi aggiungete le uova, la farina, il succo in cui avrete sciolto il lievito.
Infornare a 160 gradi per 40 minuti. Sfornate dopo  che la torta si è raffreddata tagliatela a metà e farcitela con la confettura di arance.

Lo so nella foto manca la farcitura..Ma come vi ho detto sono sempre di corsa, la foto l'ho fatta quando la torta era bollente, subito dopo mia figlia ne ha voluto una fetta calda e addio torta intera..Poi ho pensato che avrei potuto fare la foto ad una singola fetta, ma mi sono dimenticata.

Mi raccomando provate le ricette e scrivetemi se vi sono piaciute ok?
A presto!